ANTICHITA'
SCIPPA
salotto letterario
ARTE E CULTURA
PRESENTA
Emma Chiavarone
scultrice
a cura di Mario Scippa
A'
Pucundria
...terracotta,
terra
bruciata dal fuoco,
simbolicamente
mi riportano alla nostra madre terra,
terra
partenopea
terra
bruciata dal fuoco che vive nelle sue stesse viscere...
La terra cotta:
l'ipocondriaca materia
di Mario Scippa
Quando
ho conosciuto Emma Chiavarone la prima cosa che mi ha colpito di lei
è stata la sua umiltà. Non modestia, perché l'artista è
consapevole della sua sensibilità, abilità e vocazione quasi
naturale a dare, con forza e sicurezza "un'anima
alla materia", ma umiltà, che si
esprime in una grandissima apertura alla conoscenza e con una
naturale predisposizione all'ascolto, qualità che sembrano sempre di
più perdersi negli ultimi anni tra gli artisti contemporanei,
pervasi da presunzioni e da piccoli o grandi deliri di onniscenza.
Tale
umiltà si esprime principalmente nella sua opera, in un terreno
linguistico oggi spesso messo in discussione: il figurativo.
Io
non amo costruire delle classificazioni (figurativo, non figurativo
ecc ecc) ho, invece, una visione unitaria dell'arte e vedo e vivo
l'artista come colui che si sforza di mettere in forma una idea con
la materia. E quando poi questa idea prende forma e parla al mondo
con il suo linguaggio e quando sento che esprime qualcosa in più a
quello che consciamente era nell'idea dell'artista stesso, ovvero
quando l'opera riesce a costruire un rapporto empatico con il
fruitore a prescindere da ciò che ha spinto l'artista a realizzarla,
mi rendo conto di essere di fronte all'arte, all'arte vera, quella
con la A maiuscola, che non ha bisogno di essere classificata per
genere.
Ed
è il caso delle sculture di Emma Chiavaroni.
Immagini che
già dalla scelta della materia - terracotta, terra bruciata dal
fuoco- simbolicamente mi riportano alla nostra madre terra, alla
terra partenopea, terra bruciata dal fuoco che vive nelle sue stesse
viscere.
I
suoi personaggi, i suoi personali fantasmi, dalle pose classiche,
sono immersi sempre in una dimensione a-temporale ma con tutti i
riferimenti precisi alla contemporaneità. Sono profili ed
espressioni della nostra storia, dell'antica grecia e di tutta una
storia antropologica della popolazione partenopea, sono rintracciati
e portati alla luce nei volti delle persone a lei care, il padre il
nipote, la mamma, l'amica di sempre.
alle pareti una parte delle opere esposte, in sinergia con le sculture di Emma Chiavarone, di Francesco Saverio Fienga "Passeggiancon L'Anima" fotografie in B/N |
Il
ritratto è per lei un pretesto per costruire sapientemente, e con
estrema abilità e conoscenza tecnica della materia scultura, una
forma moderna che affonda le sue radici nella millenaria storia della
sua terra: Napoli.
Lei
ama molto i grandi scultori napoletani dei primi del novecento, a
partire da Vincenzo Gemito, e i riferimenti al maestro non mancano
nelle sue sculture. Come Gemito, anche la Chiavarone aggiunge un
tassello, infinitesimo, alla narrazione attraverso la scultura di una
forma classica che è in noi napoletani.
Una
forma che ci portiamo tutti dentro ed è la risultante di miti,
credenze, paure, luce, buio, acqua, fuoco, orizzonti, bloccati e
chiusi, odori e puzze, miseria e nobiltà, odio e amore: Napoli.
M.S.
Novembre
2011
Emma Chiavaroni |
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