martedì 31 gennaio 2012

Sabato 4 Febbraio al Salotto Antichità Scippa ANCORA NAPOLI DA UNA ZONA DI CONFINE col libro FICTION di Vincenza Alfano



Salotto



ANTICHITA' SCIPPA 

arteecultura

è lieto di invitarLa
Sabato 4 Febbraio alle ore 18.30

alla presentazione del libro 

FICTION
di
Vincenza Alfano

Alla serata interverranno:
Vincenza Alfano
Aldo Putignano
Santa Mileto
con 
la partecipazione straordinaria degli attori
Martin Reckhaus
Silvana Vaio
e la musica del Maestro
Carlo Molinelli

presenta Mario Scippa

buffet a cura di Stefania Ferrandino
ingresso libero































Giulio Morandi è un giornalista in crisi: è stanco di essere precario, e vuole riprendersi la sua vita. Per questo motivo ritorna a Napoli per intraprendere l’insegnamento in una scuola della periferia orientale della città. Qui ritrova la sua famiglia, l’amore, e una città da fiction, con morti ammazzati sul marciapiede e solo un muro di silenzi e timori a nasconderli.
In una Napoli dolorosa e priva di sogni, Giulio insegue la verità, cerca una riscossa, e in questa sua ansia di comprendere la realtà incontra uomini e donne per i quali ha ancora un senso darsi da fare, al punto che le vicende della sua vita privata s’intersecano inevitabilmente con quelle dei suoi studenti, in un intreccio che sembra sia stato scritto per una sceneggiatura televisiva. 
Ma è davvero una finzione tutto questo?


NAPOLI VISTA E VISSUTA DAI SUOI CONFINI. 
Sarà il tema che ci accompagnerà per tutto il 2012

Il tema del Confine e in particolare del confine nel territorio napoletano.
Fotografi, artisti, musicisti, poeti, scrittori ci accompagneranno in questo viaggio sulla fascia di "confine" quel non luogo dove tutto può accadere.

Fiction di Vincenza Alfano rientra in questo ciclo di eventi.
In particolare insieme ad altri libri già presentati, come Giallo Tufo di Francesco Escalona e Fuoco ai quartieri Spagnoli, di Attilio Belli, il luogo di confine dei personaggi è la dimensione del "ritorno" a Napoli.

L'idea del "ritorno".
Quella dimensione prima che spaziale, esistenziale , all'interno della quale viene descritta la città in modo sempre inedito e diverso e che ci sta dando lo spunto di scoprire altre nuove immagini di Napoli.
L'idea di un viaggiatore straniero alla ricerca delle proprie radici In Giallo Tufo, quella di un ex terrorista che è stato 25 anni lontano dalla sua città nel libro di Belli e con Fiction di Enza Alfano il ritorno di un giornalista precario al suo vecchio lavoro di insegnante, un ritorno in una zona marginale della città a contatto con la dura reatà del rapporto centro-periferia.

Sempre sul tema generale della narrazione di Napoli da una zona di Confine Il 3 Marzo inaugureremo una rassegna fotografica con 13 fotografi, dal titolo: CUM FINIS oltre i confini del sensibile
13 fotografi con uno sguardo su Napoli da una zona di confine.
A cura di Mario Scippa

Il "luogo comune" a tutti i fotografi è Napoli, 
raccontata da una zona di confine, 
da quel territorio, fisico o mentale, dove tutto può accadere.





martedì 17 gennaio 2012

Il mio intervento di Sabato 14 Gennaio alla presentazione di FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI di Attili Belli


Buonasera e grazie a tutti di essere intervenuti


Intanto voglio subito ringraziare Ilva Primavera e il maestro Franco Manuele per averci regalato questo squisito acquerello facendoci entrare con la mente in uno dei vicoli degli antichi Quartieri Spagnoli di Napoli. 

Mi ha appena detto che alla fine di questo incontro, con la sua arte canora, ci regalerà un altro meraviglioso momento della sua e della nostra Napoli.



Napoli. La città dei contrasti.
luce e buio, sotto e sopra, bene e male, poi l'odio e l'amore.
Acqua e fuoco.
L'immagine del Fuoco come quella del mare, quindi dell'acqua, appartengono profondamente all'immagine di Napoli.

Città costruita sul fuoco con pietre di fuoco
La pietra.
La nuda pietra sputata dal Vesuvio, lo stesso sputo che coprì Pompei duemila anni fa.
Nuda pietra di fuoco, vomitata da una terra carica di energia, ardente di bellezza.
Fuoco, del centro della terra che si proietta verso il cielo, energia, bellezza, che poi si spegne nell’acqua di mare.
Prima era Fuoco, poi pietra, poi città.

Napoli è fatta dall'elemento naturale che più di tutti vive nella più contraddittoria delle opposizioni ma che senza l'una delle due componenti, di tale opposizione, non ci può essere l'altra: la vita e la morte.
Napoli è fatta di Fuoco
La città di Fuoco

Scintillante, danza di antiche spade, oro
lucente, divampa dalle narici del drago.
Vento.
Straccio svolazzante, trasparenza,
seta luminosa, forma, sinuosa,
vellutata, rosa, rosso, giallo, arancio.
Ardente, agita il niente. Forma impossibile,
indefinita forma, consumi e distruggi,
armata di passione, bruci il mare.

Umido sapore salato scivola nel tempo.
Morbida è la notte, lontana, nella gola ardente.
Incanti il gabbiano, controvento si agitano,
dentro e impazziscono formiche e farfalle,
dai mille colori, svolazzanti annebbiano il pensiero
Fumo, di niente, dall'alto fin dentro la mente.
Indefinita forma, il tuo segreto è l'acqua.

La tua voce incanta il serpente.
Disegni draghi nel vento.
Luce brillante, un lieve passaggio, e poi
il vuoto.
Abbaia al vento un cane randagio.

Paura, mare agitato, luna piena,
...è una carezza, è fuoco.





Stasera parleremo del libro
<<Fuoco ai quartieri Spagnoli>>
Ne parleremo insieme all'autore:
-Attilio Belli, docente di Urbanistica alla facoltà di architettura di Napoli,
-Giacomo Ricci, anch'egli docente di architettura, prima alla facoltà di Napoli poi di Perugia, che già abbiamo avuto l'onore di ospitare nel nostro salotto per presentare il suo libro, guarda caso, dal titolo Pietre di Fuoco.






Il libro
Giacomo Molino, detto Comò, napoletano è il protagonista del libro ed è da sempre “ossessionato dal fuoco”.

Da giovane, negli anni 70, è una figura ribelle, uno studente universitario attivo politicamente vicino ai gruppi estremisti e terroristici dell'epoca .

Già all'epoca il suo carattere si costruisce in quel territorio di confine tra l'essere intellettuale e uomo di azione politica; un vero uomo di azione politica negli ambienti dell'estremismo era non tanto chi usava la parola ma l'atto spesso terroristico per imporre la sua idea di società e di città.

Per non essere definitivamente trascinato nella lotta armata va via da Napoli e si rifugia a Parigi, vivendo per 25 anni in una zona grigia delle periferie parigine, portando con sé la sua “ossessione per il fuoco” e il suo amore per Napoli.

Nel libro questo amore-attaccamento alla sua città è simbolicamente rappresentato da un coccio di terra-cotta decorata di un vecchio vaso di Vietri, che lui gelosamente conserva quasi fosse un cimelio.

Dopo quella permanenza, di un quarto di secolo nella capitale francese, decide di ritornare a Napoli.
Attilio Belli all'inizio del libro usa una immagine che è la metafora del viaggio.

Il viaggio di ritorno. Una costante nella narrazione di tutti i tempi per descrivere quel luogo mentale prima che fisico dove tutto è possibile, dove tutto può accadere: un non-luogo, una zona di passaggio, di confine, di tramite tra tempi e luoghi diversi della vita di un personaggio.
Nel caso del protagonista del libro, di Comò, è espressa nella metafora del viaggio di ritorno la necessità, il bisogno di andare oltre ciò che appare davanti ai suoi occhi, ormai, scontato, e di sentirsi protagonista attivo di un possibile cambiamento del suo luogo di origine.
..un oceano di goccioline, alberi che scompaiono alla vista, colori che stingono, il desiderio assillante di sbucare fuori al più presto da quella esplosione d'acqua, che pervade e opprime”.



Subito dopo nel libro prepotentemente entra l'immagine del fuoco.
Il fuoco: simbolo del bene e del male. Della vita e della morte.
Il fuoco purificatore di ogni cosa.
Il fuoco, come simbolo, è sempre e da sempre presente nella rappresentazione di Napoli: è uno degli elementi su cui è costruita una immagine codificata di Napoli: nel mito come nella poesia, nella letteratura come nella commedia, nella canzone come nella iconografia e nelle feste tradizionali della città l'uso più spettacolare che si fa del simbolo fuoco è nel contrasto fuoco-acqua: nella festa della madonna del mare O' ffuoc a' mare.
Napoli è la città costruita all'ombra della montagna di fuoco.
Il fuoco che dal centro della terra è spinto da una potente energia che un grande della poesia contemporanea napoletana De Luca dice essere la Bellezza, l'energia che vince la forza di gravità, che si proietta verso l'universo, per poi cadere e spegnersi nell'acqua del mare.


Azione e parola

La vita del protagonista è disegnata dall'autore come un continuo oscillare sulla decisione di doversi imporre con il simbolico fuoco distruttore-rigeneratore oppure con la parola.

erano i disastri, le bombe, il terrore a forgiare il carattere di un tempo storico o invece gli scrittori, i narratori, i romanzieri penetravano più potentemente nelle menti umane?”

Conoscendo sempre di più il protagonista, leggendo il libro, sembra essere più orientato verso la seconda delle alternative.
Per penetrare nella mente e nei cuori di chi potrebbe e dovrebbe fare qualcosa per Napoli, si deve usare la strada della narrazione.
Bisogna usare il fuoco della parola per accendere la passione di chi può agire sulle trasformazioni perché senza la quale anche gli strumenti più raffinati e tecnologicamente avanzati in mano ai più qualificati tecnici risultano vani nella trasformazione e nel racconto di una città, e di una città come Napoli in particolare, se non c'è il fuoco della passione che solo la parola lo può accendere.

Ritornato a Napoli, pur vivendo al centro della città, vive in una zona esistenziale ai margini, in una fascia grigia dove all'interno della quale si può incontrare di tutto.
E, quando in quella zona grigia della società gira la voce che è arrivato a Napoli un ex terrorista, esperto di incendi, incontra una serie di personaggi che il fuoco, l'incendio spettacolare da lui sognato da una vita, lo vogliono sul serio.
E' cercato dal terrorista islamico, come dal boss di quartiere, dal costruttore senza scrupoli che vuole un incendio diffuso per distruggere per poi ricostruire ad alcuni componenti degli ultrà, dai ragazzi dei centri sociali che vogliono imitare la ribellione delle periferie parigine incendiando auto fino ad una bella ragazza spregiudicata che fa da tramite tra lui e alcuni di questi personaggi.

Il protagonista per vivere accetta di fare il badante di un anziano signore, accompagnandolo ed evitando che possa farsi del male, ma il suo vero ruolo nel libro sembra essere quello del badante non tanto di questo anziano signore ma della sua città.
m.s.

lunedì 16 gennaio 2012

Oltre i confini di ciò che appare scontato al SALOTTO ANTICHITA' SCIPPA



arteecultura








                                                                    
Siamo partiti, ormai quasi un anno fa, con una conversazione sulla 
"idea poetica come sottrazione di peso alle cose"
 conversando sul mio libro 


L'ANTIQUARIO 
E IL PROFESSORE

L'idea, dell'incontro tra la parola scritta e il mondo dell'antiquariato espressa nel libro, l'ho voluta trasporre spazialmente alla mia galleria nello spazio ANTICHITA' SCIPPA dedito al commercio di oggetti d'arte e di antiquariato, presente a Napoli da oltre 50 anni. 
Ho voluto fare pubblicità in modo diverso, qualcuno l'ha capito, qualcun'altro no, che l'interesse di far incontrare il mondo del libro e dell'arte con il  mondo del commercio è un modo, schietto e spontaneo, che offre  visibilità sia a noi di Antichità Scippa che a tutti gli autori, gli artisti e gli intellettuali  che hanno da subito condiviso gratuitamente e con entusiasmo più del nostro questa opportunità che offrivamo.
Tanti amici continuano a seguirci fin dal primo giorno, tanti altri nuovi amici si sono aggiunti e stanno condividendo, liberamente e gratuitamente.  le nostre passioni con loro passioni. Abbiamo trattato argomenti sempre più vari e diversi tra loro ma con un unico fine: la libera condivisione delle idee , la promozione e la visibilità di artisti e autori e quella, naturalmente, della nostra Galleria.





 Il primo argomento trattato è stato quello dello scrittore  che fa un immersione nel suo personale "oceano memoria" presentando il libro di Brunella Brizio: Bucaneve










ci siamo lasciati incantare dalla "meraviglia" durante la magica serata proposta da Nunzia Meskalila Coppola leggendo il suo libro "M. come Meraviglia"; 











ho avuto l'onore di ospitare personaggi del mondo del cinema e della televisione che hanno portato il loro contributo alla comprensione della trasformazione dell'immagine in movimento con l'avvento delle nuove tecnologie, dalla fotografia, al cine, alla televisione fino al digitale, conversando sul libro del regista Claudio Sestieri 
"Le Seduzioni del destino".



Poi c'è stata una leggera svolta.
E' entrata prepotentemente, invadendo il nostro spazio, l'immagine della nostra città: Napoli.

Siamo partiti dalle origini, dal mito, dai luoghi dove è avvenuta la prima colonizzazione da parte della cultura Greca, dai Campi Flegrei, e lo abbiamo fatto con la lettura del 
"Giallo Tufo" di Francesco Escalona, 












per poi addentrarci nel cuore del centro antico della Napoli Barocca, con le "Pietre di Fuoco" di Giacomo Ricci.




Nel frattempo a Napoli, come in Italia, stavano accadendo tanti cambiamenti di carattere politico e sociale, primo tra tutti il risveglio, nel mese di Febbraio, del movimento femminile che trasversalmente è stato capace di portare nelle piazze di tutta l'Italia non solo donne ma anche uomini e giovani e anziani.
Dal risveglio movimento femminile al risveglio della società civile c'è voluto poco. Il successo e la grande partecipazione popolare ai referendum, l'esigenza del nuovo espressa nelle amministrative delle grandi città, come Milano, Cagliari e Napoli.

In quel periodo abbiamo ospitato al salotto le principali associazioni femminili promotrici di questo fermento sociale-culturale-politico conversando intorno al libro "raccontami una storia" curato da Rosaanna Pironti.

Poi la pausa estiva.

Abbiamo Ripreso le attività al salotto in autunno, facendo entrare nei nostri spazi oltre alla parola scritta anche l'immagine, abbiamo iniziato con la fotografia, esplorando i confini del sensibile con le fotografie di Antonio Coppola, che ci ha presentato "N'atu Munn" 

e il silenzio necessario a chi vuole descrivere come le immagini qualcosa che va oltre i confini di ciò che ci appare scontato con le fotografie di Francesco Saverio Fienga 
"Passeggiando Con L'anima". 

Si è delineata in questi ultimi mesi la mia esigenza personale di definire un concetto che da anni porto dentro, quello del confine, di quel non luogo dove tutto può accadere e dove gli incontri diventano determinanti e a volte fondamentali per scegliere un percorso. 






Insieme a Gian Luca Paolisso con il suo libro "Saffo" abbiamo cercato di capire i confini dell'eros,




 con Aldo Di Mauro e la sua "Terapia D'amore" i confini del linguaggio nel discorso amoroso 


con Amedeo Messina e la sua 
" La strana Cura del dottor Capasso",
definire i limiti e le possibilità che il linguaggio possiede nella cultura intesa in senso unitario. 



In questa occasione, insieme ai libri, alla fotografia, abbiamo ospitato le sculture in terracotta di Emma Chiavarone, e quelle in ceramica dello scultore 
Massimo Santamaria.
 















In queste nostro percorso sono stati tanti gli artisti, gli intellettuali, musicisti, attori, giornalisti, che hanno frequentato sempre a titolo gratuito con le loro conoscenze e i loro contributi, arricchendo e arricchendosi di cultura, credendo come noi che la cultura è l'unica cosa che può liberarci dal magma dell'arroganza della prevaricazione e della superficialità che sta inondando sempre di più il nostro territorio, convinti sempre di più che:
"L'ARTE E' LO STRUMENTO CHE CI PERMETTE DI ANDARE OLTRE. OLTRE I CONFINI DEL SENSIBILE"



NAPOLI VISTA E 
VISSUTA DAI SUOI CONFINI


Sarà il tema che ci accompagnerà per tutto il nuovo anno
Il tema del  Confine e in particolare del confine nel territorio napoletano.
 Fotografi, artisti, musicisti, poeti, scrittori ci accompagneranno in questo viaggio sulla fascia di "confine" quel non luogo dove tutto può accadere.

Inizieremo dalla metà del mese di Gennaio  con due libri dedicati all'idea del "Ritorno".

Il primo libro è di Attilio Belli "Fuoco sui Quartieri Spagnoli". La storia di Un giovane esponente della sinistra extraparlamentare, vicina ai gruppi eversivi della Napoli degli anni settanta che ha del fuoco una visione filosofica per non cadere nella trappola del terrorismo va via dalla città, va a Parigi e ritorna nella sua città dopo trent'anni, trovandola cambiata e per certi aspetti immutata. Nel suo ritorno in città inaspettatamente diventa un ritorno in una zona grigia, in una fascia marginale dello strato sociale di Napoli dove subito si sparge la voce della sua competenza del fuoco e degli incendi ed cercato da tutti quei personaggi che popolano proprio quella zona grigia che gli chiedono una sua prestazione: dal terrorista arabo, allo speculatore edile, ai gruppi estremisti di alcuni centri sociali della periferia, al boss del quartiere.


Il secondo libro è di Vincenza Alfano "Fiction", il ritorno in città di un giornalista precario che si ritrova ad insegnare in una scuola di periferia e al centro di tutte le contraddizioni tipiche del rapporto città-periferia.






Nello stesso periodo inizierà una rassegna fotografica con 12 fotografi (Angelo Casteltrione, Francesca Sciarra, Massimo Buonaiuto, Giusi Iescone, Roberto Russo Luca Canzanella, Malia Brando, Francesco Saverio Fienga, Simonetta Volpe3, Grazia Rossi, Antonio Coppola, Antonio Manno, Alberto Mazzarino) e racconteremo per frammenti, attraverso una collettiva con una singola fotografia per fotografo e poi una personale per ogni autore, un frammento della complessa immagine di Napoli, sarà un viaggio in un immaginario caleidoscopio che moltiplicherà fino all'infinito un frammento e la fotografia sarà lo strumento, insieme alla poesia e alla musica che quest'anno ci farà andare oltre i confini.

domenica 8 gennaio 2012

sabato 14 Gennaio ore18.30 FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI. di Attilio Belli



SABATO 14 GENNAIO ALLE ORE 18.30 RIPRENDONO ALLA GRANDE DOPO LE VACANZE NATALIZIE LE ATTIVITA' AL SALOTTO ANTICHITA' SCIPPA arteecultura.
Riprendiamo col fuoco, con la passione, con Napoli. Il salotto per tutto l'anno sarà un osservatorio sulla città di Napoli.
Il tema che ci accompagnerà per tutto l'anno sarà: 
NAPOLI VISTA E VISSUTA DAL SUO CONFINE. 
Fotografi, artisti, musicisti, poeti, scrittori ci accompagneranno in questo viaggio sulla fascia di "confine" quel non luogo dove tutto può accadere. Partiremo il 14 Gennaio alle ore 18.30 dal Fuoco e dai quartieri spagnoli. 
Partiremo dal simbolo e dal luogo comune. 
Partiremo dalla cruda realtà sociale per incontrare l'elemento più antico e caratterizzante il nostro territorio: Napoli città costruita sul fuoco con le pietre di fuoco del suo Vesuvio e il fuoco della passione dei suoi abitanti.

sabato 14 gennaio alle ore 18.30 presso ANTICHITA' SCIPPA




Sabato 14 Gennaio ore 18.30

ANTICHITA' SCIPPA arteecultura

presenta


FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI di Attilio Belli

tullio pironti editore



Intervengono:

Il prof. Arch. Attilio Belli

prof.Arch Giacomo Ricci

la cantante Ilva Primavera


alla chitarra il Maestro Franco Manuele

Presenta Mario Scippa

ingresso libero e buffet (a cura di Stefania Ferrandino)















Sarà una serata particolare.


Inizieremo con questo libro la nostra nuova avventura del 2012 al salotto 



Antichità Scippa e subito dopo con il libro di Enza Alfano Fiction affrontando il 


tema del "ritorno" a Napoli.

Sia nel Libro di Belli che nel libro di Alfano, i due protagonisti, completamente 



diversi per storia e cultura, ritornano a Napoli in una zona grigia, in una zona di 


CONFINE dove tutto può accadere.

Introdurremo con questi due primi libri il tema portante che ci accompagnerà 



tutto il 2012 con altri scrittori, poeti, fotografi, artisti , musicisti e attori :

Napoli vista e vissuta da una zona di Confine.



Gli anni di piombo nei Quartieri spagnoli 
di Gianni Cerami  
Il Mattino – 22 giugno 2010  - Napoli 


 FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI di Attilio Belli
E’ la storia di un ex terrorista che dopo un lungo periodo di esilio in Francia torna nella 
sua città, Napoli. Una Napoli che scopre di gran lunga peggiore di come l’aveva lasciata: più 
corrotta, più pigra, arrogante, violenta e soprattutto irrimediabilmente catatonica, incapace di 
parlare a sé e agli altri. 
E il nostro personaggio comincia a progettare l’incendio della città, quale unica terapia per 
eliminare patologie non curabili altrimenti: la rinascita di Napoli deve passare attraverso la sua 
totale distruzione, una distruzione che deve realizzarsi attraverso il fuoco. Una soluzione radicale 
peraltro già sperimentata, e con esiti certamente non brillanti in altri tempi ed in altri spazi: da 
Nerone a Roma agli americani in Vietnam. E’ il mito della tabula rasa: se si vuole far trionfare il 
bene e sconfiggere il male, l’unica soluzione è quella di ritornare  alla condizione originaria. Un 
mito che esprime una cultura, un modo di intendere il mondo  che, anche se teorizza di voler 
teorizzare la liberazione dell’uomo e il trionfo della vita, si  rivela profondamente ostile all’uomo 
e alla vita stessa. 
Le pagine più intense del libro sono proprio quelle in cui Belli descrive gli incendi che, in tempi 
diversi e da incendiari diversi, vengono appiccati nella città. La descrizione di tali catastrofi 
viene, infatti, sviluppata con una forza espressiva che evoca con immediatezza (e questo è il 
merito di Belli) la ricca iconografia che riguarda le eruzioni del Vesuvio, che viene rappresentato 
e raccontato come una divinità degli inferi, un ciclope che manifesta tutta la sua rabbia repressa e 
la sua furia distruttrice in una esplosione di fuoco, lava e lapilli. E invece l’elemento che in tali 
gouaches mi ha sempre affascinato è costituito dalla presenza delle figure in primo piano: nobili 
cavalieri, dame gentili, scugnizzi festosi, danzatori di tarantella, vecchi fratoni con beghine al 
seguito, venditori di taralli, pescatori. Spettatori che guardano rapiti un fenomeno sconvolgente, 
che li sovrasta. Sono quelli per i quali e in nome dei quali molti si sono ritenuti in diritto di 
comportarsi come arcangeli sterminatori: arcangeli che tendono a dissolversi nel loro stesso 
fuoco. 
In definitiva, il libro è la storia di una generazione, una parte della quale ha ritenuto prioritari i 
propri sogni negando, nei fatti, il diritto di sognare degli altri, a coloro che, come ha raccontato 
uno dei pochi liberi pensatori del nostro tempo, Edmondo Berselli, intendevano solo vivere una 
vita più moderna e felice. 



Vi Aspetto


M.S.