lunedì 24 novembre 2014

SULL'EDUCAZIONE ALLA BRUTTEZZA


I politici hanno più paura dell'arte che delle armi.
Perché l'immaginazione degli artisti è immaginazione produttiva e non meramente riproduttiva.
L'arte reinventa ogni volta il mondo, il linguaggio, la cultura.
L'arte vive di emozione. L'emozione artistica è emozione creativa.
L'arte è il momento in cui si vive veramente, con tutti i sensi, la vita di una forma che non è solo una esistenza statica, ma anche e sopratutto la manifestazione di quella forza dinamica che dal momento in cui è creata una forma ne viene attraversa, nello stesso tempo, colui che l'ha creata e colui che poi la vivrà.
L'arte è quella forza dinamica dal potere salvifico che è goduta con tutti i sensi: la bellezza. Un potere salvifico naturale che ci permette di cambiare ogni volta il nostro punto di vista sul mondo.
Il linguaggio dell'arte è stato sempre tenuto sotto controllo dai poteri, da ogni potere. Semplicemente perché nell'arte non soltanto l'orizzonte della nostra esperienza si allarga, ma la nostra prospettiva, il nostro quadro sensoriale della realtà mutano.
L'artista ci fa vedere la realtà con una nuova luce.
Dopo un'esperienza che viviamo con un'opera d'arte, o dopo aver vissuto un'esperienza immersi nella natura, che è l'opera d'arte per eccellenza, siamo arricchiti di un valore aggiunto: un frammento di bellezza in più fa parte del nostro essere, facendoci vedere il mondo leggermente spostati dal punto in cui eravamo prima.
E la diversità spaventa. In particolare a chi detiene il potere, che usa i suoi strumenti di comunicazione di massa, come la televisione di Stato, per educare i cittadini a qualcosa che arte non è, ma omologazione culturale e, peggio, educazione alla "bruttezza".


tratto da M.S.
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venerdì 14 novembre 2014

POETI O COMPLICI



Delle poesie resterà solo qualcosa di vago un trasparente fantasma nella mente, leggero.
Delle poesie resterà poco, un seme di bellezza che per un attimo invade la nostra esistenza.
Un poeta ha il dovere morale di seminare bellezza con le sue parole,
se non lo fa è COMPLICE dell'orrore che invade il mondo.

Complice.
Parole nude, affiorano dal profondo, inutili.
Le farfalle volano cercando cristalli nei sogni,
e le fiamme nella foresta bruciano ali e tempi.
Barbari, mercenari, cannibali, preti e profeti.

Forma assente, vuoto, nella mente dilaga follia.
Silenzi assordanti sfondano i timpani, campane
di bronzo fuso dal fuoco dell'inutile guerra.
Nella mente specchi, pensieri brucianti di rabbie.

Poeta, taci? tu non puoi! la tua è Poesia. Illusione
e paura, mia, riflessi muti su pareti di gomma. L'orrore
invade il mondo; potenti, bellezze, orchi, del pudore
divoratori. Striscia, tranquilla, languida, la parola vestita.

Piccoli fiori senza più petali. Fragile gazzella, pelle
consumata dagli sguardi assetati di affamati leoni.
Il mondo guarda, il mondo sa, è complice e tace.
Vendute, le vendono morte nell'anima. Ed io, poeta?

No, Complice!

M.S.
© copyright2009