mercoledì 21 marzo 2018

8° incontro con la poesia da Antichità Scippa con Antonio Giorgio

giovedì 1 febbraio 2018

Il Nuovo Libro di Mario Scippa: OchO Tango a Napoli

"OchO di Mario Scippa é un invito a leggere nell'animo umano, in profondità, descrivendo, uno per uno, i suoi moti più segreti, le sensazioni più dolci e travolgenti. Il tango come metafora della vita e delle passioni che attraversano in profondità l'Io e i suoi stravolgimenti.
L'ultimo lavoro di Scippa segue il suo percorso prezioso di ricerca interiore, distillando, goccia a goccia, ogni pulsione che attraversa la mente e compone i pensieri sulla vita e il senso di stare al mondo. Da leggere assolutamente. D'un fiato, come una sorsata di acqua gelida dopo aver attraversato un deserto senza fine, senza sapere chi ci ha dato la forza di farlo."
Giacomo Ricci



[...] La ragazza accolse la sua mano. Si alzò. Insieme si avviarono di due passi verso il centro della sala. Si fermarono ai bordi, uno di fronte l'altra.
Lentamente iniziò ad abbracciarla. La musica già era iniziata: una canzone che lui amava da sempre, della prima metà del Novecento.
Raccontava del cuore di un uomo incatenato dagli occhi di una donna.
Il vecchio signore sembrava immobile nello spazio mentre lei si avvolgeva sinuosamente intorno. Borghese comunicava con tutto il corpo, con piccoli ma decisi segnali, impercettibili torsioni del busto e continui spostamenti di peso.
Ci mise una vita intera per capire che il tango doveva essere una sottrazione di peso al movimento.
Doveva essere leggerezza.[...]

brano tratto da
M.S.
OchO
T a n g o a N a p o l i


Il libro.
«Ocho è la figura più importante del tango».
Questa frase l’hanno pronunciata e la pronunciano ballerini, maestri, filosofi, scrittori e poeti di tutti i tempi, ma mai nessuno ha veramente spiegato il perché.

La storia di Maurizio Sales e del vecchio maestro cieco, don Giorgio Borghese, aiuta a capire perché questa figura è così importante e perché è l’essenza stessa del Tango.

È un noir ambientato nel mondo del tango a Napoli che ci porta per mano in una città rappresentata in mille modi diversi ma mai tra i tangheri che la popolano ogni notte con i loro sogni, desideri, amori, paure, speranze. Una straordinaria comunità sempre uguale e sempre diversa che vive ogni notte sotto la pelle della città.

Maurizo, un giovane laureato in filosofia, insieme al suo professore sta conducendo una ricerca sull’estetica delle danze popolari nel mondo, sta per arrivare ad una teoria sulla spiegazione del perché l’ocho sia considerata da tutti, in tutto il mondo, la figura più importante del tango.

In quel periodo conobbe Angela e la sua vita prese una piega diversa. Dopo qualche mese aspettavano un figlio. Si sposarono e lui per far fronte alle esigenze della famiglia abbandonò quella ricerca per un posto di lavoro che gli garantisse un minimo di sicurezza economica ma che lo portò a vivere una vita alienante e abitudinaria. Il bambino non nacque mai.

Trascorsero circa 20 anni il loro rapporto ormai si era consumato. Entrambi si sentivano morti dentro. Lei lo tradisce e lui dopo una ennesima provocazione di Angela va via di casa. Mentre sta preparando la borsa con le cose più importanti da portare via, trova due lettere che segno’ molti anni prima su una lavagna. Gli fanno ritornare in mente i suoi vecchi studi sull’estetica del tango.

Nel suo vagare per Napoli senza più punti di riferimento, per caso si trova in una scuola di Tango. Si iscrive e inizia a praticarlo. Dopo alcuni mesi che frequenta la scuola e inizia a muoversi a tempo di musica. In una milonga conosce un vecchio cieco, Don Giorgio Borghese. É un famoso ballerino di tango, conosciuto in tutto il mondo, di origine napoletane, è nato e vissuto per metà della sua vita in Argentina e la seconda sua metà a Napoli. Si trova a Napoli perché negli anni ’50 conobbe una nobildonna napoletana, la Marchesa Colarusso, con la quale ebbe una storia d’amore per un anno. Dovette ritornare in Argentina perché il paese stava vivendo dei forti disordini di ordine politico e, sposato con una donna a Buenos Aries, la sua famiglia aveva bisogno di lui …

I tanti temi affrontati hanno un denominatore comune: quello che in qualsiasi momento della vita si può sempre morire e nascere un’altra volta
Mario Scippa