lunedì 4 marzo 2013

TOGLIETEMI GLI SPECCHI Sorrento 2 Marzo 2013


SORRENTO. LA MAGIA DEL SALOTTO SCIPPA CON IL NUOVO LIBRO DI MARIO. AMELIA IMPARATO 





Toglietemi gli Specchi” è un work in progress, come “studio” di artista, l’autore quale sperimentatore della comunicazione multimediale elabora il suo personalissimo escursus letterario, in modo interattivo con i suoi lettori, anche tramite il web. Il suo sforzo creativo prevede la partecipazione, la condivisione, il confronto costante nel vivere l’arte declinato a trecentosessanta gradi. M.Scippa infatti è un interprete della cultura contemporanea che spazia in campi semiotici complessi (architettura, antiquariato, fotografia, tecniche di rappresentazione multimediale…ec), il suo salotto letterario partenopeo è divenuto soprattutto in questi ultimi anni, un crocevia preferenziale per la sperimentazione artistica di genere. Tra le sue doti di interprete e “mediatore” linguistico-comunicativo, risiede la capacità di interpolare i campi della semiotica, in un incessante percorso di ricerca personale. In questo suo ultimo lavoro”Toglietemi gli Specchi”, l’autore M.Scippa bypassando i canali di stampa e di editoria tradizionali, (trafila che avevano già affrontato per i suoi due precedenti libri), si è voluto cimentare in una ulteriore sfida letteraria, in una forma di interazione-multimediale con i lettori; arricchendo e trasformando in un work in progress,la sua creazione, che in fondo è anche il suo intento programmatico” diffondere il bello” come si evince dalla trama del libro. Pertanto l’autore ha deciso per onestà intellettuale e per maggiore coerenza verso i lettori, di svincolarsi il più possibile dagli obblighi che gli avrebbero richiesto la pubblicazione dell’opera attraverso l’editoria tradizionale e così si è e cimentato in questa nuova scommessa, autoproducendosi . Egli intervenire come un “sarto” ai contributi che riceve, in un continuo evolving letterario, sviluppa il suo pensiero in modo eclettico, trovando scomoda pertanto, ogni collocazione connotativa al suo incedere, non amandosi definire poeta, scrittore, artista,ec. Nel suo salotto letterario partenopeo è impegnato nella diffusione della cultura, intervenendo come “umile”(cit. dell’autore), mediatore nella semiotica dell’arte. Ultimamente nel progetto “CUM FINIS” da lui intrapreso si adopera per dare voce e fare incontrare, in un incessante melting pot multimediale, linguaggi comunicativi “interpolati” , in una incessante arché interattiva e di contaminazione di genere.
Con il suo gruppo di sostenitori del “salotto letterario antichità M.Scippa”sperimenta forme comunicative di avanguardia, sposando senza confini: arte figurativa, visiva, poesia, architettuta, antiquariato…, amplificandone l’impatto anche tramite streaming, in un ciclone di idee e aggregazione quale avrete modo di conoscere ed apprezzare; ritengo non solo per le sue doti di comunicatore, le fervide intuizioni di contaminazione nell’arte, ma anche per la sua personale “umiltà” conoscitiva, in questo costante atto di “umanizzazione” della cultura, nell’intento di suscitare ancora “stupore” di fronte alla banalizzazione del “noto”. La sua produzione è improntata quale antidoto all’assuefazione consumistica, è cura all’alienazione secondo il suo personalissimo contributo letterario, nella poesia, nel racconto, in una sorta di originalissimo quadro programmatico contro la smania del possesso che appiattisce le nostre esistenze annichilendoci, interpreta l’arte in una costante ricerca ed in un incessante sforzo di sublimazione dei luoghi comuni, degli stereotipi. In quest’ultimo lavoro, che ribadisco è un work in progress per il suo sforzo costante di ricerca comunicativa e di linguaggi, conduce il lettore come sapiente traghettatore oltre i confini a noi noti;conquistando gli interlocutori che vengono coinvolti da questo modus operandi non comune. Colpisce la sua capacità di aggregare forze così eterogenee tra loro,in una partecipazione democratico- civile in costantemente evoluzione; prova ne sono gli innumerevoli vernissage che si svolgono tra il salotto letterario ed i consensi sempre maggiori che riscuote in rete. Mi preme sottolineare che non ci troviamo di fronte ad un autore-scrittore, in senso tradizionale, ma ad un attento “sperimentatore della comunicazione” che sa farsi interprete attivo del cambiamento culturale e coraggiosamente si spinge nella sperimentazione di nuove forme di contaminazione e avanguardie artistiche. Per il suo ultimo progetto “CUM FINIS” preferisco riportare qui uno stralcio di una sua personale visione che mi confidava in rete “per quanto mi riguarda, a volte le cose che ci appaiono scontate sono proprio quelle la cornice di grandi verità... è un po' il mio atteggiamento nel lavoro Cum Finis, la volontà di raccontare Napoli da una zona di margine, insieme sul limite, ma quel limite che intendo io è costituito proprio da un insieme di cose scontate, di immagini codificate e stereotipate, quelle immediatamente riconoscibili da tutti come immagine della città, ma da quei punti codificati lo sforzo mio è quello di avere uno sguardo che va oltre, oltre…”



Mario Scippa: sperimentazione e sfida
di Ileana Pollio




È sulle note di un seducente tango argentino che ieri sabato 2 Marzo si è aperto l’appuntamento con l’autore napoletano Mario Scippa, presso la Sala Consiliare del Comune di Sorrento. L’evento è stato curato dall’associazione culturale “Il Caffè delle Muse” , in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura. Intervenuti alla serata, l’assessore Maria Teresa De Angelis, Carlo Doc Alfaro, Amelia Imparato e Francesco Escalona. Accompagnamento musicale a cura dei maestri Sofia Astarita ed Emanuele Simoncini.
Con una delle sette arti per antonomasia, la danza, è iniziata una serata che ne ha comprese tutte o quasi: architettura, musica, pittura, scultura, poesia, danza.


 “Il tango come metafora di Napoli, anche se non è una danza tipicamente partenopea: questo ballo è fuoco e acqua, passione e silenzio, musica e pausa, proprio come la mia città”, afferma Scippa. Tutto ciò che è arte, dunque, non può che non essere bellezza, trasmissione di emozioni. Attraverso l’intrecciarsi dei molteplici linguaggi artistici, l’architetto-autore Scippa è riuscito, con la lettura di brevi passi tratti dal suo lavoro “Toglietemi di specchi”, nel suo intento: la diffusione del bello. “È la bellezza che salverà il mondo, come affermava Dostoevskij, o il mondo che salverà la bellezza?”. Una domanda a cui sembra difficile poter dare una risposta univoca. Scippa, invece, corre il rischio, chiedendo al suo pubblico di provarci. Il libro si trasforma così in un “work in progress”, un’interazione multimediale con i lettori, proprio per questo definito un romanzo innovativo, d’avanguardia e mai concluso. “È un libro leggero e leggibile” come lo ha definito lo scrittore-architetto Francesco Escalona, che ha prestato attenzione alla materia fisica e simbolica del territorio partenopeo: “la parola è la materia dello scrittore”.

Arte, bellezza, stereotipi e pregiudizi ruotano tutti intorno alla città di Napoli, fulcro di un nuovo progetto dell’instancabile Scippa: "Cum finis", in cui cerca “di raccontare la città da una zona di margine, insieme sul limite, costituito da un insieme di cose scontate, di immagini codificate e stereotipate, le immagini della città, da cui però si cerca di allontanarsi, per guardare oltre”. Una realtà malinconica, non sempre piacevole, dunque, da cui si cerca di fuggire e che, infine, rimanda proprio al titolo del romanzo “Toglietemi gli specchi”, ricco di spunti letterari: Italo Calvino, infatti, nella sua “lezione sulla leggerezza”, in riferimento alla comprensione della realtà, racconta del mito di Perseo e della Medusa: l’eroe per sconfiggere il mostro avrebbe dovuto guardarlo attraverso una superficie riflettente. Per comprendere la realtà si ha dunque bisogno di una visione di riflesso; e dal momento che si parla di una visione amara e cruda, l’autore afferma: “toglietemi gli specchi, non fatemela vedere questa triste verità!”.

Una piacevole serata, che ha donato, per usare le parole dell’autore, “due gocce di rosso, come il colore delle scarpe delle ballerine di tango, al grigio mare” quotidiano.

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ringrazio Amelia Imparato, per la pazienza (nei miei confronti) e la perfetta organizzazione della serata che ha coordinato insieme a Carlo Alfaro, il comune di Sorrento e l'assessore alla cultura Maria Teresa De Angelis per l'ospitalità in una sede che dire prestigiosa è poco, lo scrittore Francesco Escalona per il suo intervento saturo di passione e di attenzione alla materia fisica e simbolica dei nostri territori, la fotografa Immacolata Marrella Addimanda, per la fotografia della copertina del libro, il magico violino di Sofia Astarita e il gruppo <<amici del tango>> di Sorrento. e, ovviamente il pubblico, meraviglioso, senza il quale niente avrebbe avuto senso.
M.S.
 

venerdì 22 febbraio 2013

OVEST. Fotografie di Francesco Saverio Fienga


Cum Finis
13 fotografi raccontano Napoli da una zona di Margine
a cura di Mario Scippa



Fino al 7 Marzo 
OVEST
Fotografie di Francesco Saverio Fienga

E il mare bagna di nuovo Napoli nella fotografia di Francesco Saverio Fienga.
Ovest di Napoli, terra di fuoco e di acqua.
Sullo sfondo, adagiata sulla linea di contatto tra il cielo e il mare, lei la sirena del golfo dorme e le rocce di tufo si tuffano in acqua.
Segni, presenze, luogo dove sbarcarono gli antichi: Bagnoli, Pozzuoli, nei Campi di Fuoco attraversati dall'antica strada per Roma imperiale che si affaccia sul Mare.
Il bianco e nero di Fienga mi trasporta  nella  dimensione temporale della lentezza.
Sì, La lentezza!
Quella sensazione di avvertire tutto lo spessore del tempo, che scorre inesorabilmente con tutta la sua velocità attraversando la nostra esistenza.
Nella dimensione della lentezza e in quella del silenzio, sono trasportato mentre guardo le sue fotografie. In quelle  dimensioni che ci fanno sentire e vedere cose  altrimenti confuse nel caos del divenire.
Oggi siamo abituati ad immagini che devono sorprendere, devono essere spettacolari, devono scioccare, scandalizzare; gli osservatori-fotografi-guardoni della realtà, per soddisfare queste esigenze, diventano loro stessi spettacolari, esuberanti, prodotti del loro stesso prodotto.
Prodotti che poche volte però esprimono bellezza.
Le immagini di Fienga,  possono anche apparire scontate ad una superficiale osservazione, ma senza urlare sussurrano bellezza e ci trasportano oltre ciò che appare scontato.
Il silenzio, la poesia, la luce, l'assenza del colore, da forma al sogno e il mare diventa un ventre, pieno di liquido amniotico, dove i sogni, i bisogni, le paure, i desideri del fotografo si immergono per risalire come delicati frammenti, ricostruiti con poesia.
I segni di queste foto sono rintracciabili nella luce, nelle nuvole, nella pietra, nel gesto silenzioso del solitario pescatore che nell'infinito cala la sua lenza, negli improbabili resti di un antico vascello dimenticato dall'uomo sull'arenile di fango. Vecchia matrona di pietra  nel tuo mare com'eri ti guardi.
Eri bella, desiderata, isola incantata e fertile. Ora sei là invecchiata e grassa, comandi il tuo sogno da lontano e ascolti il vento che abilmente scolpisce le tue pieghe. Rughe, solchi del tempo ti rendono bella e affascinante ancora di più.
Ovest di Napoli, come nell'Est era luogo di fabbrica, oltraggiava la bellezza col fuoco in nome del Dio Ferro.
Bagnoli, terra dimenticata da Dio. Porta dal Nord della Nuova Città,
Ovest di Napoli, indefinito confine con l'infinito, aspetta. Aspetta ancora.
M. S.



mercoledì 6 febbraio 2013

E' MORTO PULCINELLA, EVVIVA PULCINELLA



PULCINELLA BORGHESE
Nasce il 2 febbraio 2013
A San Giorgio a Cremano, ospite di Oriana Russo di Lineadarco, responsabile dei serivizi della Biblioteca di Villa Bruno.

Nasce  con le parole di Mario Scippa e la musica di Dario Perroni.
E' un pulcinella postmoderno, fatto di Frammenti di gesti,  di maschera, di suoni , di canzoni, di atmosfere. 

Frammenti  riemersi dall'oceano mare delle immagini della memoria  per ridare una nuova vita alla Maschera che più ci rappresenta. 


A cura del 
SALOTTO LETTERARIO ANTICHITA' SCIPPA