Intervento
di presentazione ODI ET AMO
“Odi et amo: contrasti alle falde del Vesuvio.
”progetto prodotto da: Roberta Colmayer, Flavia Cozzolino, Marcella Morvillo
Presentazione e selezione delle fotografie: Mario Scippa
Luogo: Villa Bruno Piano Nobile
Mostra collettiva: Daniela Capece, Roberta Colmayer, Matilde Falcone, Corrado Guerrera, Gennaro Parlato, Oscar Travino.
Mostra personale "N'atu Munn" di Antonio Coppola.
Sono
molto felice di essere stato reso partecipe da Roberta e Flavia in
questa loro avventura.
Ho
conosciuto Roberta Colmayer tramite mia moglie che mi ha parlato di
questa ragazza che spontaneamente e senza alcun fine che non la
solidarietà vera, silenziosamente aiuta una casa famiglia abitata da
tanti bambini di colore, a Castelvolturno, un gesto di grande
generosità che le fa veramente onore.Quando
mia moglie mi ha detto che doveva, insieme a Flavia Cozzolino,
preparare una mostra di fotografie, e se volevo darle una mano, non
ci ho pensato due volte. Primo perché la fotografia è uno dei
linguaggi espressivi che più mi appartiene, secondo perché
conoscendo queste due ragazze, ho visto in loro qualcosa che ormai
sta diventando una cosa rara: la Passione.
E
nonostante i miei tanti impegni, a titolo del tutto gratuito ho
curato insieme a loro la selezione delle immagini per questa mostra
cercando di dare alla scelta delle foto un senso e il carattere di un
racconto. E non solo, ho proposto loro di accostare alla collettiva
la personale di un fotografo professionista Antonio Coppola.
Tra poco
vi spiego perché.
Odi
et Amo
Giovani
fotografi che si trovano ad affrontare un tema assai difficile : il
sentimento di odio e amore che si vive per il nostro territorio.
Difficile
perché è uno di quei classici luoghi comuni ormai codificato e
che chi si interessa di comunicazione sa bene che è difficile
uscirne fuori, andare oltre dall'immagine stereotipata che ormai da
secoli viene rappresentata la terra napoletana.
Il
luogo comune, lo stereotipo. Amore e Odio.
bene
male, sotto sopra, luce buio, fuoco acqua.
Sono
i luoghi comuni che appartengono al territorio della rappresentazione
di Napoli.
Non
è facile rappresentare questa città in questo territorio di confine
tra lo stereotipo e l'immagine poetica.
Io
sono convinto che la fotografia, se usata come la poesia, è uno
strumento che ci può far andare oltre questo confine, oltre il
confine di ciò che ci appare scontato.
Oggi
noi viviamo immersi in un mondo di immagini e tutto ciò che un
fotografo va a fotografare del mondo sembra essere una ricerca di una
fotografia già vista da qualche parte e non l'isolamento di un
frammento di spazio e di tempo dal continuo divenire, un personale,
unico, intimo, e insostituibile frammento di spazio e di tempo.
A
volte fotografando, ovvero quando isoli un frammento di spazio e di
tempo, quando questo frammento si fonde con le immagini sedimentate
nell'anima e nella mente, esce fuori un altro mondo. "N'atu
Munn". Che è il titolo della mostra di Antonio Coppola che ho
proposto alle organizzatrici come evento collaterale a Odi et Amo.
N'atu Munn, immagini pulite, semplici, senza alcun particolare in
più, che raccontano da un lato un frammento della zona di margine di
Napoli, la zona Est, l'ex zona industriale, che sta tra questo comune
e il centro di Napoli, una zona di Margine di confine dove il
sentimento di odio e amore si esercita fisicamente in ognuno di noi
semplicemente attraversandola; dall'altro lato, per quanto prima
dicevo sul rapporto poesia-fotografia, se la poesia è anima fatta
verbo queste foto raccontano anche un frammento della sua anima.
Con
la sua fotografia Coppola ci porta nella terra di confine prima della
sua anima, e poi della sua città.
Le
terre di confine. Sono quelle più affascinanti, quelle più
eterogenee, più misteriose. Le terre di confine, sono il luogo del
non luogo, dove tutto può esserci e , spesso, niente c'è!
E'
li che si incontrano i sogni, le paure, i desideri, gli amori.
E'
lì che ci si sente soli, ma consapevoli della forza e della
debolezza della nostra anima, della consapevolezza di ciò che c'è
alle spalle e l'incoscienza che spinge i nostri passi ad andare oltre
senza sapere veramente cosa c'è oltre quel non-luogo.
La
zona di confine, nello spazio esistenziale, è il limite estremo tra
noi e l'universo......e l'universo può essere abitato da tante cose,
come dal nulla assoluto... non lo sappiamo e questo ci affascina.
Dal
primo momento che ho avuto modo di vedere le immagini dei fotografi
che partecipavano alla collettiva ho subito pensato di accostarle a
quelle di Antonio Coppola.
Mentre
arrivavano queste prime immagini, la prima impressione che ho avuto,
facendo una rapida carrellata, è stata quella della freschezza,
della semplice e naturale voglia di comunicare qualcosa che non sia
uno stereotipo e neanche una elucubrazione mentale intorno ad
astratti e incomprensibili concetti che spesso girano intorno al
mondo della fotografia e delle arti visive in genere.
Ho
visto la semplicità, una serie di immagini realizzate senza alcuna
sofisticazione, senza alcun filtro pseudo intellettuale, e spesso la
semplicità rivela tante cose in modo diretto e spontaneo.
Tra
le tante cose che la fotografia come la poesia può rivelare è la
Bellezza.
La
Bellezza Salverà il Mondo, disse uno dei capisaldi della
letteratura russa del “900” , Dostoevskij ne <<L'idiota>>.
La
Bellezza.
Ma
per salvare il mondo la bellezza deve essere per forza di cose prima
rivelata e poi salvaguardata.
Il
poeta e scrittore contemporaneo, il napoletano Erri De Luca, ci ha
regalato una immagine affascinante del concetto di Bellezza.
Egli
sostiene che la bellezza è una forza naturale di carattere
ascensionale, che partendo dal centro della terra, attraversandoci si
proietta nell'universo.
Io
aggiungo che il riconoscimento dell'attraversamento nella nostra vita
di questa forza che vince il peso della gravità può esserci solo
nella semplicità della espressione dei rapporti umani e non nella
spettacolarità, nella silenziosa quotidianità e non nell'effimero,
come ad esempio chi fa spontaneamente azioni di solidarietà, chi
esce la mattina con la sua macchina fotografica da solo e senza
neanche sapere che cosa fotograferà, e riconosce e rivela la
bellezza allo stesso modo di chi mettendo insieme delle parole
costruisce una musica che ci fa vedere la realtà da un altro punto
di vista.
Ecco
la bellezza vera, quella forza che vince la gravità, viene rivelata
in atteggiamenti del genere, 365 giorni all'anno e non in
atteggiamenti effimeri e spettacolari dei quali, da circa un
ventennio, siamo stati abituati a vivere come manifestazione di
bellezza ma che non sono altro che effetti di una cultura malata.
“Odi et amo: contrasti alle falde del Vesuvio.
”progetto prodotto da: Roberta Colmayer, Flavia Cozzolino, Marcella Morvillo
Presentazione e selezione delle fotografie: Mario Scippa
Luogo: Villa Bruno Piano Nobile
Mostra collettiva: Daniela Capece, Roberta Colmayer, Matilde Falcone, Corrado Guerrera, Gennaro Parlato, Oscar Travino.
Mostra personale "N'atu Munn" di Antonio Coppola.
Bene, detto questo e concludo, io auguro ai fotografi Daniela Capece, Roberta Colmayer, Matilde Falcone, Corrado Guerrera, Gennaro Parlato, Oscar Travino, di mantenere questa freschezza e questa semplicità nelle loro immagini, che non è un difetto ma un grande pregio, e di continuare a fotografare sempre senza perdere di vista questi due fondamentali valori che sono i più alti, a mio avviso, nella fotografia, che non dimentichiamoci mai che è scrittura fatta con la luce.
M.S.
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