Cum Finis
13 fotografi raccontano Napoli da una zona di Margine
a cura di Mario Scippa
Fino al 7 Marzo
OVEST
Fotografie di Francesco Saverio Fienga
E il
mare bagna di nuovo Napoli nella fotografia di Francesco Saverio Fienga.
Ovest
di Napoli, terra di fuoco e di acqua.
Sullo
sfondo, adagiata sulla linea di contatto tra il cielo e il mare, lei la sirena
del golfo dorme e le rocce di tufo si tuffano in acqua.
Segni,
presenze, luogo dove sbarcarono gli antichi: Bagnoli, Pozzuoli, nei Campi di
Fuoco attraversati dall'antica strada per Roma imperiale che si affaccia sul
Mare.
Il
bianco e nero di Fienga mi trasporta
nella dimensione temporale della
lentezza.
Sì,
La lentezza!
Quella
sensazione di avvertire tutto lo spessore del tempo, che scorre inesorabilmente
con tutta la sua velocità attraversando la nostra esistenza.
Nella
dimensione della lentezza e in quella del silenzio, sono trasportato mentre guardo le sue fotografie. In
quelle dimensioni che ci fanno sentire e
vedere cose altrimenti confuse nel caos
del divenire.
Oggi
siamo abituati ad immagini che devono sorprendere, devono essere spettacolari,
devono scioccare, scandalizzare; gli osservatori-fotografi-guardoni
della realtà, per soddisfare queste esigenze, diventano loro stessi
spettacolari, esuberanti, prodotti del loro stesso prodotto.
Prodotti
che poche volte però esprimono bellezza.
Le
immagini di Fienga, possono anche
apparire scontate ad una superficiale osservazione, ma senza urlare sussurrano
bellezza e ci trasportano oltre ciò che appare scontato.
Il
silenzio, la poesia, la luce, l'assenza del colore, da forma al sogno e il mare
diventa un ventre, pieno di liquido amniotico, dove i sogni, i bisogni, le
paure, i desideri del fotografo si immergono per risalire come delicati
frammenti, ricostruiti con poesia.
I
segni di queste foto sono rintracciabili nella luce, nelle nuvole, nella
pietra, nel gesto silenzioso del solitario pescatore che nell'infinito cala la
sua lenza, negli improbabili resti di un antico vascello dimenticato dall'uomo
sull'arenile di fango. Vecchia matrona di pietra nel tuo mare com'eri ti guardi.
Eri
bella, desiderata, isola incantata e fertile. Ora sei là invecchiata e grassa,
comandi il tuo sogno da lontano e ascolti il vento che abilmente scolpisce le
tue pieghe. Rughe, solchi del tempo ti rendono bella e affascinante ancora di
più.
Ovest
di Napoli, come nell'Est era luogo di
fabbrica, oltraggiava la bellezza col fuoco in nome del Dio Ferro.
Bagnoli,
terra dimenticata da Dio. Porta dal Nord della Nuova Città,
Ovest
di Napoli, indefinito confine con
l'infinito, aspetta. Aspetta ancora.
M. S.
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