SABATO 14 GENNAIO ALLE ORE 18.30 RIPRENDONO ALLA GRANDE DOPO LE VACANZE NATALIZIE LE ATTIVITA' AL SALOTTO ANTICHITA' SCIPPA arteecultura.
Riprendiamo col fuoco, con la passione, con Napoli. Il salotto per tutto l'anno sarà un osservatorio sulla città di Napoli.
Il tema che ci accompagnerà per tutto l'anno sarà:
NAPOLI VISTA E VISSUTA DAL SUO CONFINE.
Fotografi, artisti, musicisti, poeti, scrittori ci accompagneranno in questo viaggio sulla fascia di "confine" quel non luogo dove tutto può accadere. Partiremo il 14 Gennaio alle ore 18.30 dal Fuoco e dai quartieri spagnoli.
Partiremo dal simbolo e dal luogo comune.
Partiremo dalla cruda realtà sociale per incontrare l'elemento più antico e caratterizzante il nostro territorio: Napoli città costruita sul fuoco con le pietre di fuoco del suo Vesuvio e il fuoco della passione dei suoi abitanti.
sabato 14 gennaio alle ore 18.30 presso ANTICHITA' SCIPPA
Sabato 14 Gennaio ore 18.30
ANTICHITA' SCIPPA arteecultura
presenta
FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI di Attilio Belli
tullio pironti editore
Intervengono:
Il prof. Arch. Attilio Belli
prof.Arch Giacomo Ricci
la cantante Ilva Primavera
alla chitarra il Maestro Franco Manuele
Presenta Mario Scippa
ingresso libero e buffet (a cura di Stefania Ferrandino)
Sarà una serata particolare.
Inizieremo con questo libro la nostra nuova avventura del 2012 al salotto
Antichità Scippa e subito dopo con il libro di Enza Alfano Fiction affrontando il
tema del "ritorno" a Napoli.
Sia nel Libro di Belli che nel libro di Alfano, i due protagonisti, completamente
diversi per storia e cultura, ritornano a Napoli in una zona grigia, in una zona di
CONFINE dove tutto può accadere.
Introdurremo con questi due primi libri il tema portante che ci accompagnerà
tutto il 2012 con altri scrittori, poeti, fotografi, artisti , musicisti e attori :
Napoli vista e vissuta da una zona di Confine.
Gli anni di piombo nei Quartieri spagnoli
di Gianni Cerami
Il Mattino – 22 giugno 2010 - Napoli
FUOCO AI QUARTIERI SPAGNOLI di Attilio Belli
E’ la storia di un ex terrorista che dopo un lungo periodo di esilio in Francia torna nella
sua città, Napoli. Una Napoli che scopre di gran lunga peggiore di come l’aveva lasciata: più
corrotta, più pigra, arrogante, violenta e soprattutto irrimediabilmente catatonica, incapace di
parlare a sé e agli altri.
E il nostro personaggio comincia a progettare l’incendio della città, quale unica terapia per
eliminare patologie non curabili altrimenti: la rinascita di Napoli deve passare attraverso la sua
totale distruzione, una distruzione che deve realizzarsi attraverso il fuoco. Una soluzione radicale
peraltro già sperimentata, e con esiti certamente non brillanti in altri tempi ed in altri spazi: da
Nerone a Roma agli americani in Vietnam. E’ il mito della tabula rasa: se si vuole far trionfare il
bene e sconfiggere il male, l’unica soluzione è quella di ritornare alla condizione originaria. Un
mito che esprime una cultura, un modo di intendere il mondo che, anche se teorizza di voler
teorizzare la liberazione dell’uomo e il trionfo della vita, si rivela profondamente ostile all’uomo
e alla vita stessa.
Le pagine più intense del libro sono proprio quelle in cui Belli descrive gli incendi che, in tempi
diversi e da incendiari diversi, vengono appiccati nella città. La descrizione di tali catastrofi
viene, infatti, sviluppata con una forza espressiva che evoca con immediatezza (e questo è il
merito di Belli) la ricca iconografia che riguarda le eruzioni del Vesuvio, che viene rappresentato
e raccontato come una divinità degli inferi, un ciclope che manifesta tutta la sua rabbia repressa e
la sua furia distruttrice in una esplosione di fuoco, lava e lapilli. E invece l’elemento che in tali
gouaches mi ha sempre affascinato è costituito dalla presenza delle figure in primo piano: nobili
cavalieri, dame gentili, scugnizzi festosi, danzatori di tarantella, vecchi fratoni con beghine al
seguito, venditori di taralli, pescatori. Spettatori che guardano rapiti un fenomeno sconvolgente,
che li sovrasta. Sono quelli per i quali e in nome dei quali molti si sono ritenuti in diritto di
comportarsi come arcangeli sterminatori: arcangeli che tendono a dissolversi nel loro stesso
fuoco.
In definitiva, il libro è la storia di una generazione, una parte della quale ha ritenuto prioritari i
propri sogni negando, nei fatti, il diritto di sognare degli altri, a coloro che, come ha raccontato
uno dei pochi liberi pensatori del nostro tempo, Edmondo Berselli, intendevano solo vivere una
vita più moderna e felice.
Vi Aspetto
M.S.
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