sabato 12 maggio 2012

11 Maggio 2012 OPUS RETICULATUM fotografie di Malja Brando a cura di Mario Scippa


CUM FINIS
Il salotto ANTICHITA' SCIPPA arte&cultura
presenta

opus reticulatum
Fotografie di Malja Brando
a cura
di Mario Scippa

Opus reticulatum (opera reticolare)
è una tecnica edilizia romana tramite cui si realizza il paramento di un muro in opera cementizia. E' una tecnica antica presente già in epoca augustea. Anche dopo l'introduzione dell'opera laterizia se ne continuò l'uso ancora nella seconda metà del II secolo d.C., con ammorsamenti in mattoni sugli spigoli (opera mista o opus mixtum).
Il mattone, il muro, la rete. Gli elementi del muro antico romano.
Il Mattone, come una parola in una poesia. La poesia, un singolo muro che si innalza, delimita, separa e unisce allo stesso tempo: il limis, il limite, il confine. La rete, l'insieme dei racconti sul limite, sulla linea che separa ed unisce allo stesso tempo.
Napoli, le sue origini nell'antichità classica, il mito, la storia che si legge sulla magia ortogonale dell'impianto urbanistico della città e che riflette il modo di organizzare il muro degli antichi.
Questa prima personale di Malja Brando, all'interno della rassegna CUM FINIS è dedicata all'opera reticolata, all'opus reticolatum, che è alle basi della forma della nostra città.
L'ortogonalità, la rete, nelle immagini proposte da Brando è una mia personale esigenza di avere un riferimento certo, una sorta di ordine da cui partire per un improbabile racconto della città.

La rete è costruita da Malja Brando con ombre, luci, riflessi e con le antiche pietre che evocano le origini. Il blu, il colore del mare, in una rete di nodi che rivela un rapporto difficile e allo stesso tempo naturale col mare che a Napoli non è mai una porta verso l'ignoto, una finestra sconfinata in cui perdere lo sguardo, ma il suo ventre. Il ventre di una città saturo di liquido amniotico dove nascono e annegano sogni, desideri, paure, speranze, amori e dolori di ogni napoletano, e dove lo sguardo da qualsiasi parte ci si mette incontra sempre qualcosa mai una piatta linea di contatto tra il blu dell'acqua e il blu del cielo.
Il cielo riflesso nella rete di acciaio e di vetro, nella vana speranza di un progetto di una forma futura, ma che non ci appartiene.
Napoli è una città di mare costruita su una rete, l'antico tracciato ortogonale su un terreno di fuoco con pietre di fuoco
Napoli 11 Maggio 2012
M.S.



Mario Scippa e Malja Brando

Mentre scrivevo per queste fotografie, guardandole, e pensando all'acqua, all'aria, al fuoco, alla terra e all'opera reticolare che caratterizza la storia del nostro territorio, mi è venuto in mente un mio vecchio piccolo scritto dedicato ad una città sepolta tanti, tanti secoli fa dalle ceneri del Vesuvio. Pompei.

Città
Era una strada, lunga, tortuosa,
leggermente in salita. Il sole
sembrava dar vita alle pietre.

Colonne, volti stupiti. Segni,
di fuoco e di acqua, scolpivano
il paesaggio. La dimora di Efesto.

Gigante dormiente, sulle rovine
della città morta, sei ancora di vita.
La luce scivola modellando luoghi.

Templi, lupanari. Vizi, miti, sogni,
desideri, la paura scolpita nei volti
di pietra. Occhi, spalancati di bambina.

Lontana nel tempo, una lacrima.
Sul volto una luce: il sogno.

Del solitario viaggiatore, creatura fragile,
ridente, sei anima sfuggente, Sola.

Incastrata nel muro è la tua mano.
Luce, acqua, pietra, fuoco.
Anima mia.

M.S.
(tratta da: IL COSTRUTTORE DI ILLUSIONI, di Mario Scippa)


Mattino 5Giugno2012

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