Buonasera
a tutti e benvenuti al salotto letterario Antichità Scippa.
Ringrazio
la scrittrice Brunella Brizio per aver regalato ancora una volta la
sua bella voce e la deliziosa ed elegante presenza al salotto, e il
maestro Carlo Molinelli, ormai presenza indispensabile da noi, che
con le sue melodie riesce a rendere magici i nostri incontri.
Stasera
parleremo del libro di Aldo Di Mauro
IL DOLORE. PERCHE'?
Nel
corso della serata ascolteremo e vedremo l'ultimo intervento pubblico
del professore emerito Mario Coltorti . Quello del 15 ottobre del
2008, proprio alla presentazione del libro di Aldo di Mauro che si
tenne all'istituto italiano degli studi filosofici di Napoli.
Il
Professore emerito Mario Coltorti, che tutti voi conoscono per la sua
umiltà per la sua grande professionalità, e per la sua grande
scoperta che ha dato lustro alla scienza italiana contribuendo alla
conoscenza della fisiopatologia del fegato ed all’identificazione
delle transaminasi.
Lui rimproverava quelli che lo definivano sempre
professore emerito. Proprio come alla presentazione del libro di Di
Mauro, quando venne definito con quel titolo dal coordinatore
dell'evento Prof. Raffaele Pempinello, disse scherzando che non
poteva considerarsi tale perché anticipò il suo prepensionamento
all’Università di cinque anni, andando via dall’Accademia
sbattendo la porta.
E aggiunse: “sono un ‘professore pentito’, non un professore emerito».
E aggiunse: “sono un ‘professore pentito’, non un professore emerito».
Insieme
all'autore Aldo Di Mauro e con lo spunto di riflessione che ci
giungerà dall'intervento video del professore Coltorti, parleremo
del dolore, di quella particolare dimensione che tutti, chi in un
modo chi in un altro, abbiamo vissuto nell'arco della nostra vita.
Una dimensione comune a tutti che nonostante sia vista come qualcosa
di estremamente negativa è una di quelle dimensioni che ci fa
sentire con tutto il suo spessore l'essenza della nostra esistenza,
ci fa sentire vivi e anche apprezzare di più le gioie che la vita ci
regala.
“Passa
la rondine e con essa estate,
E
anch’io, mi dico, passerò…
Ma
resti dell’amore che mi strazia
Non
solo segno un breve appannamento
Se
dall’inferno arrivo a qualche quiete…”
da
il Dolore, di Giuseppe Ungaretti , uno dei poeti che amo di più,
disse in una intervista. «Il dolore è il libro che di più amo, il
libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola. Se ne
parlassi mi parrebbe d’essere impudico. Quel dolore non finirà più
di straziarmi». Eppure dalla sua penna sono usciti frammenti di
bellezza dalla dimensione infinita, pensate a quella meravigliosa
poesia dal titolo Mattina:
“Mi
illumino di immenso”
che
meraviglia!
In
tutti i tempi, da che mondo è mondo, poeti, filosofi, pensatori, si
sono soffermati e hanno riflettuto sulla dimensione del dolore. Ho
avuto modo di leggere alcuni libri di Aldo Di Mauro e l'autore è da
considerare, dal mio piccolo punto di vista, un poeta contemporaneo
che in perfetta sintonia con i classici di tutti i tempi, ci fa
sempre riflettere su alcuni temi profondi della vita.
Sì!
non avete capito male, ho detto poeta.
Perché
il suo modo di scrivere è tipico di chi fa poesia, vera poesia. Di
mauro scrive con leggerezza.
Italo
Calvino disse che la leggerezza è qualcosa che si crea nella
scrittura, con i mezzi linguistici che sono quelli del poeta,
indipendentemente dalla dottrina del filosofo che il poeta dichiara
di voler seguire. Quando leggo qualche articolo su Di Mauro vedo che
gli danno sempre il titolo di filosofo, secondo me erroneamente,
perché ogni argomento da lui trattato, come quello del dolore in
questo libro, partendo da riflessioni di carattere filosofico,
ovvero facendo filosofia nell'accezione piena della parola, che dal
greco (filèin), "amare", (sofìa), "sapienza",
ossia "amore per la sapienza" l'autore affronta sempre i
suoi scritti ponendosi domande e riflettendo sul mondo e sulla natura
dell'uomo, indaga sempre sul senso dell'essere e dell'esistenza umana
e si prefigge inoltre il tentativo di studiare e definire la natura,
le possibilità e i limiti della conoscenza, ma il particolare che
contraddistingue Di Mauro e che è la leggerezza con cui naturalmente
riesce ad affrontare i temi più profondi della vita, una leggerezza
che solo i veri poeti riescono ad ottenere con la parola scritta.
Questo
libro non è un manuale con risposte preconfezionate ai vari aspetti
del dolore indagato nei vari campi, dalla medicina alla psicologia,
dalla filosofia alla teologia.
In
poche sintetiche pagine l'autore, come in un abbozzo di un grande
artista, ci fa intravedere un profilo del suo grande spessore
culturale, umano e poetico. Un abbozzo di un autoritratto della sua
complessa ed eclettica personalità, che da raffinato e poliedrico
intellettuale riesce a spaziare in vari campi del sapere sempre con
quella leggerezza che lo contraddistingue e che mi ricorda tanto una
figura mitologica dell'antica Grecia che incarnava lo spirito del
passaggio e dell'attraversamento, che si manifestava in qualsiasi
tipo di scambio, trasferimento, violazione, superamento, mutamento,
transito, tutti concetti che rimandano in qualche modo ad un
passaggio da un luogo, o da uno stato, all'altro. Nei suoi scritti e
nelle conversazioni che ho avuto con lui mi ricorda quella figura
mitologica che era in relazione con i cambiamenti della sorte
dell'uomo, con lo scambio di beni, con i colloqui e lo scambio di
informazioni nonché, ovviamente con il passaggio dalla vita a ciò
che viene dopo di essa. La figura poetica e intellettuale di Aldo Di
Mauro mi ricorda Hermes, per i romani Mercurio, il messaggero degli
dei che viaggiava leggero sui suoi sandali alati.
M.S.
Senza Volto.
Morsa nel
petto, stringe, non sa.
L'aria
manca è la paura. Arriva
un leggero
dolore, fiore che va.
Nuvola,
fluttuante, nell'aria vola.
L'immensità,
dentro si fa largo
silenziosa,
avvolge gli sguardi
orizzonti
lontani smarriti nel lago
blu. Poi
viola, bianco, grigio. Nero.
Passo
felpato di giovane donna.
Colorata,
leggera, mossa dal vento
la sottile
e trasparente veste rossa.
Rosea è la
pelle, avvolge l'inganno.
Serpente,
senza volto, corpo di donna,
è intorno
all'idea, che soffoca dentro
un alcova
senza pareti. La luce, fioca,
indebolisce
gli sguardi, già stanchi.
Poi, tango.
Movimenti lenti, brivido
sui pori
della pelle. Capezzoli induriti
e mani che
strisciano sul caldo fianco
morbido.
Profumo d'Oriente. Corpi.
Uniti
nell'infinito
M.S.
(pubblicata ne: IL COSTRUTTORE DI ILLUSIONI di Mario Scippa)
La scrittrice Brunella Brizio |
Il Giornalista Giuseppe Giorgio tra il pubblico |
Aldo Di Mauro, il fotografo Antonio Coppola e il Maestro Carlo Molinelli |
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