sabato 21 maggio 2011

15 Aprile 2011 LA SCRITTURA COME IMMERSIONE NEL MARE MEMORIA Conversazione sul libro di Brunella Brizio: Bucaneve


LA SCRITTURA COME IMMERSIONE NEL MARE MEMORIA

Il giorno dell'inaugurazione di questo salotto, nel mio breve intervento sono partito da quella frase del ministro -“Con la cultura non si mangia” - per ricordare che la cultura è essa stessa un nutrimento, necessario per la mente e per lo spirito. Un nutrimento necessario come lo è l'acqua per il corpo.
E ho cercato, anche con qualche acrobazia, di definire la cultura in modo analogo a come si definisce l'acqua. Sottolineando alcune caratteristiche in comune, come il carattere di ciclicità e il modo di spostarsi capillarmente sulla terra.
Cultura-Acqua.
Il mio intervento di presentazione del salotto dell'altra sera, si è chiuso con la lettura di alcuni miei versi. Versi che sono stati scritti effettuando un lavoro di sottrazione sulla personalità dei personaggi del mio libro e sulla mia stessa personalità, fino a giungere a quelli che io credo siano gli elementi semplici in comune che io ho con i personaggi che ho costruito nel libro. Alcuni di tali elementi che sono emersi in questo lavoro di sottrazione hanno, per me, la presunzione di essere universali, in particolare per chi scrive.
In particolare all'inizio di quei versi ho detto che dentro di me, ma volevo dire dentro ogni persona, non c'è niente di speciale, c'è la vita, quella vissuta e quella sognata o desiderata.
E poi, nei versi successivi ho aggiunto coppie di elementi contrapposti, in particolare il bene e il male, il fuoco e l'acqua. E l'acqua l'ho definita puzzolente e profumata come il Mare.
Questa sera è ancora l'elemento acqua a far da padrone delle mie parole.

Il Mare. Ovvero quella enorme distesa di acqua che, evocando un paradosso di zenoniana memoria, sembra infinita ma invece è finita: il mare, come la memoria.

Cultura-acqua. Memoria-Mare.
In questa avventura, ho avuto il piacere di conoscere Rossana Di Poce. Archeologa. E attraverso le nostre conversazioni ho avuto il piacere di scoprire qualcosa di cui avevo vagamente sentore: la vita di uno scrittore è come quella di un archeologo.
In particolare un archeologo subacqueo. Infatti, ogni volta che inizia a scrivere, uno scrittore fa una sua personale immersione nell'oceano della memoria alla ricerca di frammenti per costruire o ricostruire le sue storie, basandosi a volte su alcuni piccoli indizi, altre volte sul solo istinto.
Archeologo. Scrittore. Reperti. Memoria. Mare.
Riflettendo su queste parole mi è venuto in mente un bellissimo articolo di Margaret Yourcenar. Il Tempo grande scultore. Quando parla di sculture ritrovate in fondo la mare, che riemergono avvolte da una meravigliosa patina, consumate ed erose, che vagamente rimandano a quello che aveva in mente lo scultore quando le realizzò.
Le sculture della Yourcenar mi piace viverle come metafora dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle nostre esperienze, sogni, desideri, paure, amori, dove la risultante del loro prodotto esponenziale non è altro che la nostra esistenza.
Bene, lo scrittore, ogni volta che si trova davanti alla pagina bianca, non fa altro che immergersi in apnea nel mare della sua memoria per far risalire a galla questi frammenti e costruire intorno a loro una forma che, a volte quando li trova intatti, ripuliti da tutto ciò che nel tempo si è attaccato a loro, ripropone la forma originale, altre volte sono solo frammenti, insignificanti per altri ma preziosi per chi in quei frammenti rintraccia qualcosa e diventano altro che appartengono solo al mondo della parola. Appartengono a quegli universi infiniti, tutti paralleli al nostro, nei quali vivono personaggi, storie, fatti, città, case, cantine, amori, omicidi, tradimenti, guerre, mostri, fate, gnomi, vite comuni o straordinarie.
Brunella Brizio, ci presenta stasera Bucaneve, ovvero cinque sue personali immersioni, dove ha riportato a galla cinque, preziosi e delicati, frammenti che di raccontano di un gruppo di amiche e la vita che le attraversa, allo stesso tempo leggera e crudele, con tutti i suoi lati in ombre e in luce. Mi piace pensare a Brunella, ogni volta che riemerge da quel suo oceano mentre ripulisce, come un'abile e consumata archeologa, quei suoi frammenti ridando ad ognuno di loro una nuova e singolare esistenza.
La metafora di questa nuova esistenza è nel titolo, “Bucaneve” il primo fiore che sboccia nel ghiaccio e l'arrivo della primavera dopo un'interminabile inverno.
Per poi vivere una vacanza nel sole, una pausa da figli-mariti-lavori-pensie
ri che segna il confine, tra il passato (i frammenti riemersi) e il futuro (la nuova forma possibile).
M.S.© copyright2011

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